duç i sants dal paradîs
che il signôr fermi la vuere
che il gno ben torni al paîs
Ma tu stele, biele stele
và palese 'l gno destin
và daûr di che montagne
là ch'al è 'l gno curisin
Traduzione
Ho pregato la bella stella
tutti i santi del paradiso
che il signore fermi la guerra
che il mio amato torni al paese
Ma tu stella, bella stella
rendi palese il mio destino
va dall'altra parte di quella montagna
dove c'è il mio cuoricino
Canto- preghiera friulano, “Ai preât la biele stele” è una villotta friulana, in cui è possibile riconoscere la tipica forma poetica di origine ottocentesca:
quattro ottonari alternati piani (primo e terzo) e tronchi (secondo e quarto).
Una nota villotta friulana, molto diffusa tra i nostri soldati nel corso della prima guerra mondiale.
La guerra ha coinvolto e sconvolto anche coloro che si trovavano a casa che vivevano giorni di speranza e d'apprensione, attendendo notizie dal fronte dei propri cari.
E' un canto che unisce alla semplicità del testo, caratteristica costante dei brani di derivazione popolare, un'armonizzazione melodica molto raffinata.
In questo canto una ragazza rivolge una preghiera alla più bella stella e a tutti i santi del paradiso, affinché Dio possa fermare la guerra e il suo uomo finalmente possa ritornare al paese.
La guerra ha coinvolto e sconvolto anche coloro che si trovavano a casa che vivevano giorni di speranza e d'apprensione, attendendo notizie dal fronte dei propri cari.
E' un canto che unisce alla semplicità del testo, caratteristica costante dei brani di derivazione popolare, un'armonizzazione melodica molto raffinata.
In questo canto una ragazza rivolge una preghiera alla più bella stella e a tutti i santi del paradiso, affinché Dio possa fermare la guerra e il suo uomo finalmente possa ritornare al paese.
Molti cori alpini come il nostro, hanno adottato nel loro repertorio la celebre villotta friulana Ai preât la biele stele.
Come spesso accade, la musica unisce ciò che la guerra divide.
Le villotte friulane, infatti, dal punto di vista della struttura melodico-ritmica, risentono di una forte influenza della musica strumentale di matrice austro-ungarica e slavo-balcanica.
Inoltre bisogna aggiungere che gli arrangiamenti delle canzoni popolari dell’arco alpino discendono, in generale, da modelli di canto corale di tradizione austro-tedesca e non da tipologie derivate dalle scuole musicali italiane, le quali hanno, invece, riservato a queste forme di canto corale un ruolo piuttosto marginale.
Come spesso accade, la musica unisce ciò che la guerra divide.
Le villotte friulane, infatti, dal punto di vista della struttura melodico-ritmica, risentono di una forte influenza della musica strumentale di matrice austro-ungarica e slavo-balcanica.
Inoltre bisogna aggiungere che gli arrangiamenti delle canzoni popolari dell’arco alpino discendono, in generale, da modelli di canto corale di tradizione austro-tedesca e non da tipologie derivate dalle scuole musicali italiane, le quali hanno, invece, riservato a queste forme di canto corale un ruolo piuttosto marginale.
L'armonizzazione del canto che viene eseguito dal nostro coro è stata composta dal Maestro Luigi Pigarelli
LUIGI PIGARELLI
Luigi Pigarelli - Trento, 1875-1964 Magistrato, laureato in giurisprudenza a Graz. Entrò nella magistratura nel 1902 e vi rimase fino al 1949. Fu Procuratore della Repubblica e poi Consigliere di Cassazione. Pianista, compositore ed armonizzatore di canti popolari. Segretario della Società Filarmonica di Trento nel 1900, poi in ombra per ragioni politiche (prima della Grande Guerra 1914-1918 era amico di G.Manci e C.Battisti), quindi presidente dal 1946 al 1958.Biografia tratta da: Coro SAT
Rino, stai facendo un lavoro bellissimo
RispondiEliminabella la spiegazione!!!!!!! molto utile!!!! Grazie davvero !
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